OGGI VI PROPONGO UNA LETTERA APERTA DEL MIO AMICO DOTT. Giorgio Mezzatesta
MOLTO INTERESSANTE
Signor direttore,
Sta a vedere che adesso fiumi,
torrenti e canali straripano per colpa dei tassi, delle volpi, degli istrici e
delle nutrie! Leggo infatti oggi sulla Gazzetta che l’Aipo ( Agenzia
interregionale per il Po) sostiene, ahimè, che il problema della fragilità
degli argini dei corsi d’acqua sarebbe
causato dalla presenza di questi animali
(sic!), i primi tre, manco a dirlo, appartenenti a specie protette.
Sull’argomento, se me lo consente, vorrei fare allora
alcune considerazioni, contestando tali dichiarazioni. Con tutto il rispetto
per l’Aipo e per il lavoro che svolge, mi pare strano e tutto da dimostrare che
gli argini dei grandi fiumi, quali ad esempio il Po e il Secchia, anche armati
con lastre di cemento, possano cedere a causa delle tane scavate dagli animali.
Forse i problemi sono altri e ben più seri. Il dissesto idrogeologico che ogni
anno produce enormi danni con le alluvioni e che ha come concausa l’ignoranza e
il disinteresse dell’uomo per i meccanismi che regolano l’ecosistema, nasce
dalla dissennata abitudine di canalizzare i corsi d’acqua e di cementificare le
loro sponde, con conseguente sottrazione
di spazi al regolare deflusso delle acque. Metri cubi di cemento nelle zone di
espansione di fiumi e torrenti e canali altro non fanno se non impedire
all’acqua di scorrere liberamente, aumentandone la velocità e la forza
dirompente. Un po’ come quando, volendo annaffiare il giardino con un getto che
vada più lontano,“strozziamo” l’uscita della canna . Meraviglia poi, signor
direttore, me lo lasci dire, che quando
si parla della situazione dei nostri malmessi fiumi e canali si finisca sempre
per addossare la colpa solo e unicamente agli animali, mai all’uomo. Non
occorre essere scienziati, basta semplicemente girare per le nostre campagne per
accorgersi che tutti i corsi d’acqua hanno assunto il ruolo di vere e proprie fogne,
dove pesci e rane sono spariti lasciando
il posto ai ratti, alle nutrie e qualche
coraggiosa gallinella d’acqua. Un inquinamento occulto, che non si vede, ma che
può avere effetti non troppo salutari sulla nostra salute se tali “acque” vengono
utilizzate per irrigare i campi coltivati. Anche lo sversamento abusivo non è poi evenienza così rara come non è raro che i corsi d’acqua vengano
utilizzati come comode discariche di rifiuti di ogni genere, anche
pericolosissimi. Ci si accorgerà, sempre girovagando per le campagne, che l’acqua
scorre nel deserto essendo sparita la vegetazione ripariale che con le proprie radici
ha il compito di trattenere la terra, impedendo nel contempo alle nutrie di
scavare le loro tane. Allora puntare il dito contro volpi, tassi, istrici e
nutrie alle quali, a suon di carte
bollate, si dichiara guerra senza fine, signor direttore mi desta perplessità,
per non dire preoccupazione.
Giorgio Mezzatesta
Parma 26 gennaio
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